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verso l’Italia era soggetta a tariffa postale, diversa a
seconda dei paesi di provenienza e che variò nel tempo.
Nemmeno per queste ultime sono a conoscenza di
documenti uff iciali.
In merito alle informazioni relative ai campi si intende
dire che occorrerebbe conoscere, per ogni paese di
detenzione:
- l’elenco dei campi di prigionia
- le loro data di apertura e chiusura
- il numero dei prigionieri che ospitarono, suddivisi fra
ufficiali e militari di truppa
- l’organizzazione interna (ospedali, centri amministra-
tivi, distaccamenti di lavoro ecc.)
- il traff ico postale effettivo (numero di corrispondenze
ammesse, timbri di censura)
- la modulistica utilizzata
Purtroppo gli studi f inora effettuati, ed a mia cono-
scenza, non riportano i dati di cui sopra in modo com-
pleto, neanche quelli che si basano su fonti archivisti-
che.
Si può tentare di procedere per g radi, raccogliendo tutti
i dati disponibili, ed integrandoli con quelli eventual-
mente in possesso dei singoli collezionisti. Solo così si
può arrivare ad un risultato che, pur non ancora def ini-
tivo, rappresenti una sintesi completa di tutte le cono-
scenze.
Ho già dato inizio a questa attività ed i primi risultati
raggiunti li ho messi a disposizione negli articoli di cui
ho parlato nella premessa.
Mi piacerebbe contare sulla collaborazione di quan-
ti condividono questo metodo di lavoro, finalizzato a
rendere migliori le conoscenze di tutti.
Come può essere impostata una collezione sui prigio-
nieri di guerra. Non esiste un metodo standard. Se si dà
per scontato che il f ilo conduttore debba essere l’og-
getto postale, a mio giudizio si potrebbe pensare di
affrontare i vari elementi che lo caratterizzano trattan-
doli in capitoli specif ici: le norme, i percorsi interna-
zionali, la modulistica, i timbri di censura, suddivisi per
paese di provenienza e di destinazione, eventualmente
per i diversi campi di prigionia e/o potenza detentrice.
Vo r rei concludere con questo pensiero: non dimenti-
chiamo mai che stiamo parlando di documenti che rap-
presentarono per i prigionieri il legame più intimo con
la famiglia e la patria lontana. Lo dico senza retorica,
pensando alle loro vicende umane, ai loro sentimenti,
espressi a volte con parole semplici ma vere, protago-
nisti incolpevoli ed a volte inconsapevoli di eventi tra-
gici e troppo spesso dimenticati.
Bibliograf ia:
I Prigionieri di Guerra Italiani 1940-1945, di Flavio
Conti - Il Mulino 1986.
Gli Internati Militari Italiani nei campi tedeschi, di
Gianni Giannoccolo - Tecnostampa 1989.
I Militari Italiani Internati nei campi di concentramen-
to del III Reich, di G. Schreiber - S.M.E. 1997
Terra d'asilo - I Rifugiati Italiani in Svizzera, di Renata
Broggini - Il Mulino 1993.
Zonderwater - I Prigionieri in Sud Africa, di Mario
Gazzini - Bonacci-Roma 1987.
I Prigionieri di Guerra Italiani nelle carte del P.R.O.,
di Michele Tagliavini - A.N.R.P. 1999.
I Prigionieri Italiani in Gran Bretagna 1940-1947, di
Luciano Previato - A.N.R.P. 1998.
La mappa dell'inferno, di Gustavo Ottolenghi -
Sugarco 1993.
Camp Mail of Italian Prisoners of War & Civilan
Internees in East Africa, di W. G. Weisbecker 1981.
The Italian Farming Soldiers, di Alan Fitzgerald.