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uffici, furono realizzate un certo numero di affrancatu-
re con pacchi postali, segnatasse e marche di recapito
autorizzato anche su lettere e cartoline dirette all’este-
ro: il fenomeno, nel panorama generale del servizio
per l’estero, rappresentò l’eccezione rispetto alla rego-
la, con una dimensione marginale rispetto a quanto
verificatosi nel servizio per l’interno. Molto diffuso ed
esteso nel tempo fu invece l’uso improprio sulla corri-
spondenza ordinaria dei francobolli per la posta aerea.
Stante la normativa che imponeva che le affrancature
sulle corrispondenze per l’estero fossero applicate dal-
l’impiegato postale accettante, si può affermare che
queste “affrancature di emergenza” sono da imputarsi
ad effettiva necessità dell’ufficio (e talvolta anche ad
atteggiamenti di favore per quanto riguarda talune cor-
rispondenze, regolarmente viaggiate in tariffa, ma
notoriamente spedite da commercianti di francobolli).
Sono poche e da considerarsi rare le corrispondenze su
cui vennero apposti in luogo dei valori postali i bolli
del tipo “Pagato” : quelle da me fin qui individuate
hanno come destinazione la Germania, la Svizzera, la
Croce Rossa Internazionale di Ginevra, la Francia di
Vichy, la Turchia e lo Stato della Città
del Vaticano.
Gli interi postali nella corrispondenza
per l’estero
Per la corrispondenza dalla R.S.I. verso
l’estero i Biglietti postali non erano
ammessi, anche se usati come solo sup-
porto. Personalmente ne ho individuati
due : uno con affrancatura complementa-
re per la Spagna, giustamente “tolto di
corso” e reso dalla censura italiana al
mittente ed uno usato come solo suppor-
to di raccomandata espresso diretta in
Ungheria, tollerato e giunto a destino.
Per quanto riguarda le cartoline postali
del Regno (mantenute in corso dalla
R.S.I. fino al 15 agosto 1944) abbastanza
comune fu l’uso di quelle tipo
“Imperiale” con motto “vinceremo” da
15 e 30 cent., con affrancature comple-
mentari a completamento delle tariffe
estero. Pochissime invece, anche con
complemento di affrancatura, quelle tipo
“Imperiale” da 75 cent. (tariffa estero),
tipo “Impero” 50 cent. (tariffa per Paesi
U.P.E.) ed, in uso improprio, quelle di
posta aerea da 60 cent. (tariffa Paesi
U.P.E in eccesso di 10 cent.) e da 70
cent.. Per le cartoline postali emesse
dalla R.S.I. fu comune l’uso per l’estero
di quelle da 30 cent. (“Imperiale” sopra-
stampata e “Mazzini”) con affrancature
aggiuntive, mentre pochissime sono
quelle note da 15 cent. (“Imperiale”
soprastampata).
Il servizio dei pacchi postali per l’estero.
Dopo l’ 8 settembre 1943 il servizio dei pacchi postali
venne completamente sospeso sia per l’interno che per
l’estero. Solo dopo la metà di febbraio 1944
l’Amministrazione postale R.S.I. ne comunicò la riatti-
vazione, con forti limitazioni (vedi ad es.: circolari n. 7
del 17.2.44 e n. 14 del 19.2.44 rispettivamente delle
Direzioni provinciali di Forlì e di Parma). Nei fatti la
ripresa del servizio per l’estero, limitata a pochi Paesi,
fu del tutto nominale e dopo solo un mese il servizio fu
dichiarato nuovamente sospeso (vedi ad es.: circolare
telegrafica n. 392 del 18.3.44 della Direz. provinciale di
Novara). Il servizio per l’estero venne effettivamente
riattivato, come risulta dal comunicato emesso il 7 giu-
gno 1944 dal Quartier Generale, limitatamente ai pacchi
– non eccedenti il peso di 5 kg. – diretti ai Paesi del 3°
Reich e al Protettorato di Boemia e Moravia. Ed il ser-
vizio pacchi per queste destinazioni fu certamente più
diffuso di quello per l’interno che ebbe un’operatività di
gran lunga inferiore. Le tariffe erano: lire 8,75 per i pac-
chi fino a 1 kg. – lire 11,25 per i pacchi fino a 3 kg. –
lire 13,75 per i pacchi fino a 5 kg. Furono utilizzati sia i
vecchi bollettini pacchi del Regno,
mai posti fuori corso malgrado l’effi-
ge reale sull’impronta di valore, sia
gli stessi con soprastampa fascio
repubblicano o scritta “Repubblica
Sociale Italiana” sull’effige, emessi
dalla R.S.I. nel luglio 1944. Le affran-
cature complementari avvennero
nella quasi totalità dei casi utilizzando
i francobolli per pacchi del Regno
d’Italia. I francobolli soprastampati
con la dizione “Rep. Soc. Italiana”
nella sezione di sinistra e col fascetto
repubblicano a cancellare lo stemma
sabaudo nella sezione di destra (di-
stribuiti, presumibilmente solo in
Piemonte, nel marzo 1944) ebbero un
uso proprio su bollettino pacchi limi-
tatissimo: affrancate con le sezioni di
questi francobolli, a tutt’oggi mi
risultano note, in partenza da città pie-
montesi, una sola sezione centrale
(“bollettino di spedizione”) con alle-
gata la “cedoletta”e pochissime
sezioni di destra (“ricevuta”).
Sono noti anche bollettini pacchi
affrancati in emergenza con franco-
bolli ordinari. L’uso diffuso che dei
francobolli per pacchi postali era stato
fatto nei mesi precedenti per l’affran-
catura di “emergenza” della corri-
spondenza per l’interno, ne aveva
determinato la rarefazione dei valori
minori in centesimi: questo spiega la
presenza assai frequente di affranca-
ture in eccesso.
Ricevuta di bollettino
pacchi postali lire 2,50
con sezioni di destra p. p.
R.S.I soprastampa fascet-
to 50 c. + p.p. Regno 1 L.
+ 10 L., annullati Favria
(To) 8.1.45 (tariffa lire
13,75 per pacco fino a
5 kg. per il 3° Reich :
eccesso 25 c.).