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tembre 1919 i voli compiuti furono circa 320, dei quali
circa 200 di breve durata e circa 120 di lunga durata; tra
questi ultimi i voli diretti da Vienna a Padova sarebbe-
ro stati 21 e quelli da Vienna a Varsavia 4. In settembre
l’attività aviatoria fu grandemente ridotta in seguito al
divieto di volare decretato dall’Alto Comando italiano
che non voleva correre il rischio che aerei e piloti si
unissero alla causa di D’Annunzio andando a Fiume.
E’ lo stesso gen. Seg re che nel suo libro (Cfr. “La
Missione Militare Italiana per l’armistizio” Ed.
Zanichelli – Bologna, 1928) ci dice di avere ottenuto
l’autorizzazione ad effettuare qualche volo solo assu-
mendone personalmente la responsabilità. Il rallenta-
mento dell’attività divenne def initivo nel dicembre del
1919 quando arrivò l’ordine di rientro in Italia per tutto
il personale del distaccamento di aviazione di Aspern.
Gli aerei italiani rimasero così parcheggiati nell’aero-
porto viennese fino a quando un nuovo gruppo di avia-
tori arrivò dall’Italia per la loro manutenzione e per
riportarli in patria; pare che questo secondo distacca-
mento di aviazione a Vienna sia rimasto in loco qual-
che mese.
Cenni storico postali
L’organizzazione per le esigenze postali
La Missione non aveva al proprio seguito un ufficio ita-
liano di posta militare. Pertanto, per l’invio della posta,
sia essa ufficiale oppure privata dei componenti della
Missione, erano possibili le seguenti alternative:
appoggiarsi con appositi corrieri ai più vicini uff ici ita-
liani di posta militare o civile; istituire corrieri speciali
per un collegamento diretto con il Comando in Italia;
affidarsi alle poste austriache. A quanto risulta que-
st’ultimo sistema non fu mai utilizzato durante il 1919
(periodo in cui la Missione era in piena efficienza, con
il totale dei suoi effettivi), salvo qualche occasionale
invio di corrispondenza privata. Il sistema normalmen-
te usato fu pertanto quello dei corrieri i quali utilizza-
rono sia il treno che l’aereo; a quest’ultimo riguardo
merita particolare attenzione l’istituzione di un servizio
di collegamento aereo del quale parlerò più avanti. La
posta veniva affrancata a Vienna con i francobolli ita-
liani e poi, di regola, il corriere la trasportava f ino
all’uff icio italiano di impostazione.
Fig. 10 - Altro esempio
di lettera della medesima
corrispondenza di cui
alla figura precedente.
In questo caso la provenienza
dalla Missione di Vienna è
comprovata dalla presenza
del bollo a due cerchi
“Comando Supremo / Regio
Esercito Italiano” e del bollo
lineare “Verificato per Censura”.
A differenza della precedente,
la lettera risulta impostata
presso l’ufficio P.M. n. 63
che a quell’epoca operava
a Trieste. Il francobollo da 25
cent. (tariffa interna) è annullato
in data 1.4.1919.
Fig. 11
20.8.1920
Lettera raccomandata
espresso spedita da Vienna
dal Ten. Li Donni alla
propria famiglia
a Palermo.
 
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