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Fig. 31
3.11.1922
Cartolina da Shanghai con
il bollo della R.N.“ Libia”.
Fig. 32
Una foto con veduta
della caserma “Carlotto”
a Tien-Tsin.
(fig. 31). Nel 1923 le lotte interne cinesi, qualche rigur-
gito di xenofobia ed il conflitto latente tra Cina e
Giappone consigliarono di rinforzare il nostro contin-
gente militare in Cina. Così, nel 1924, fu deciso di
inviare in estremo oriente le navi Libia e San Giorgio
per ricostituire la Divisione navale ed una compagnia
di fanteria di marina da prelevare dal reggimento “San
Marco”. Il 31.12.1924 arrivarono pertanto a Shanghai,
con la nave San Giorgio, 110 marinai del “San Marco”
che assieme alle compagnie fornite dallo stesso San
Giorgio e dalla Libia (queste due navi rimasero in Cina
negli anni 1924/25) andarono a formare il “Battaglione
italiano in Cina” (uff icialmente, il battaglione fu costi-
tuito il 5 marzo 1925); detto battaglione fu accaserma-
to a Tien-Tsin dove, nell'aprile del 1926, fu inaugurata
la caserma “Ermanno Carlotto” (fig. 32).
Tra il 1926 ed il 1927 ripresero le turbolenze tra le
opposte fazioni cinesi vicino a Shanghai e così pure i
moti antibritannici e antigiapponesi in varie località
della Cina. Fu pertanto deciso di rinforzare i presidi
nella Concessione internazionale di Shanghai. Per
l'Italia ar rivò ancora la nave Libia e poi il cacciatorpe-
diniere Muggia (marzo 1927). Subito dopo arrivò
anche un nuovo contingente di 200 marinai del
“Battaglione San Marco”; questi uomini arrivarono a
Tien-Tsin con il piroscafo Venezia che era giunto in
Cina scortato dalla R.N. Alessandro Volta. La situazio-
ne si normalizzò dopo qualche mese e tale rimase, sep-
pure contrassegnata da continue tensioni, f ino al 1931
quando i rapporti tra Cina e Giappone sfociarono in
aperto conflitto; nel frattempo era nuovamente arrivata
in Cina la nave Libia (fig. 33). Questi fatti determina-
rono una nuova ricostituzione della Divisione Navale
E.O. ed il conseguente invio in Cina delle navi Trento
ed Espero (quest'ultimo in sostituzione del Muggia che
nel 1929 era affondato a causa di un incidente). Con
l'Espero arrivò in Cina anche un'altra compagnia del
“San Marco” che fu sbarcata a Shanghai.
Si giunse così all'1.5.1932, data in cui fu f irmato un
armistizio fra Cina e Giappone.
A quel punto, le forze italiane in Cina si trovavano così
dislocate: il Battaglione a Tien-Tsin; la Guardia alla
Legazione di Pechino (fig. 34); una compagnia del
“San Marco” a Shanghai (dove il Comando aveva affit-
tato una caserma in Robinson Road, nelle vicinanze del
Consolato); un drappello a Shan-hai-kwan; un altro
drappello a Pei-ta-ho (dove c'era una stazione radio).
Continuavano inoltre ad operare in Cina le cosiddette
navi stazionarie.
In questa situazione si arrivò all'epoca della prima crisi