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delle date ed eventualmente anche del percorso segui-
to dalle staffette, cambiava l’ufficio di appoggio della
singola Divisione.
In base a quanto sopra ed al materiale a mia disposi-
zione (molto poco, ma vale la pena di ricordare che a
quell’epoca scrivevano solo gli ufficiali perché la gran
massa dei soldati era analfabeta) gli uffici che hanno
inoltrato la posta dei soldati italiani (in partenza, ma
anche quella in arrivo) risulterebbero finora i seguenti:
“B.au Central / Grande Armée”; “B.au Sedentaire /
Grande Armée”; “N 4 / Grande Armée”; “N 7me /
Grande Armée; “N 10 / Grande Armée”; “N 16 /
Grande Armée”; “N 22 / Grande Armée”; “N 35 /
Grande Armée” .
Risulta inoltre che in aprile / maggio del 1812, in
Polonia, presso le truppe italiane veniva ancora usato il
bollo (lineare su due righe) “Arm. d’Italie / I.re D.on”
(Armata d’Italia / I Divisione) che, evidentemente, era
stato portato dall’Italia e che solo dopo il passaggio del
Niemen era stato messo in disuso e sostituito con i
bolli del tipo Grande Armée. Analogo discorso vale
anche per alcune Divisioni provenienti da altri paesi.
Caratteristiche dei bolli
Non sono in grado di precisare se i bolli usati nella
campagna di Russia provengano tutti dalla prima for-
nitura fatta alla Grande Armée del 1805 – 1808 oppu-
re se c’è stata anche una nuova fornitura “ad hoc”.
Per quanto riguarda la tipologia, alcuni di essi (quelli
degli uffici principali) si presentano con la dicitura in
chiaro come, ad esempio, “B.au Central / Grande
Armée” (Fig. 4) oppure “B.au G.al / Grande Armée
(oltre a “Bureau” risulta abbreviata anche la parola
“Général”) oppure ancora “B.au Sedentaire / Grande
Armée”, tutti su due righe; la maggior parte si presen-
ta invece con un numero al posto del nome dell’ufficio
come, ad esempio “N 17 / Grande Armèe” (Fig. 5),su
due righe. In merito a quest’ultimo tipo di bollo, pare
che sia stato Napoleone, per la prima volta al mondo,
ad introdurre il metodo del numero convenzionale per
identificare l’ufficio creando così il sistema della
segretezza.
Fig. 4 – Fac-
simile bollo in
chiaro “Grande
Armée”.
Fig. 5 - Fac-
simile bollo
a numero
“Grande
Armée”.
Nello studio di A. Reinhardt l’elenco dei bolli a nume-
ro va dal n. 1 al n. 94 (non sono elencati i numeri 33,
58, 68, 73, 78, 80, 81, 84, 90 e 93 per i quali non ho
spiegazioni da fornire) ma quelli utilizzati nella cam-
pagna di Russia sono, come già visto, molti di meno.
Oltre al “normale” bollo per l’invio delle lettere con
tassa a carico del destinatario, ogni ufficio disponeva di
altri due bolli nei quali, in aggiunta alla denominazio-
ne dell’ufficio (in chiaro o a numero), è inserita la
parola “Port Payé” (Fig. 6) oppure “Déb” (Fig. 7);
quest’ultima rappresenta l’abbreviazione di
“Déboursé”. Il primo bollo veniva usato quando la
tassa era pagata dal mittente mentre il secondo serviva
per “sistemare” le lettere maldirette, quelle tassate in
eccesso, ecc. (esiste nella versione su due o tre righe).
Nei bolli a numero esiste anche una variante: il “N 7”
è noto infatti anche nella versione “N 7me”.
Fig. 6 – Fac-simi-
le bollo “Grande
Armée” nella ver-
sione con “Port –
Pa yé”.
Fig. 7 - Fac-
simile bollo
“Grande
Armée” nella
versione con
“Déb.”
L’inchiostro usato per i bolli è noto soprattutto nei
colori rosso, rosso brunastro e nero ma in qualche caso
anche in blu con tonalità verso il verde.
Le tariffe
All’epoca di Napoleone il pagamento della tassa per il
trasporto delle lettere poteva essere effettuato, indiffe-
rentemente, dal mittente (sistema del “P.P.” - Porto
Pagato) oppure dal destinatario (sistema del “P.D.” -
Porto Dovuto). Era pertanto necessario indicare chia-
ramente all’ufficio preposto alla consegna della lettera
se la tassa era, oppure no, da riscuotere (a tale scopo
esisteva quindi il bollo nella versione con il “Port
Pa y é”). È tuttavia abbastanza difficile trovare lettere
dei soldati spedite in porto franco dalla Russia e que-
sto non per applicazione di una regola loro impartita
ma perché quasi sempre si trovavano senza denaro. In
particolare, questo succedeva verso la fine della cam-
pagna e nei mesi immediatamente successivi quando
non ricevevano più il “soldo”.
Le tasse postali allora in vigore erano quelle del decre-
to del 21 maggio 1811 (Fig. 8) calcolate, secondo la
prassi dell’epoca: progressione del peso e della distan-
za. Dette tasse erano valide in tutto l’impero.
L’art. 1 del decreto recita come segue:
La lettera semplice o sia al di sotto del peso di sei
denari del nuovo peso del Regno, corrispondenti a sei
grammi di Francia, pagherà in ragione della distanza
come segue:
Sino a 50 chilometri di Francia o sia 50 miglia
lir. 2, decimi di lira o sia 20 centesimi.
Da 50 a 100 miglia
lir.3.
Da 100 a 200 miglia
lir.4.
Da 200 a 300 miglia
lir.5.
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