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tà. Essa, infatti, comprende tutte le svariate combina-
zioni in cui, accanto a uno o più pezzi della stessa serie,
vengono adoperati anche altri francobolli. Esattamente,
a questo proposito, verranno prese in esame le seguen-
ti possibilità di usi misti:
- con esemplari delle serie definitive in corso;
- con altri commemorativi o celebrativi in corso nello
stesso periodo;
- con francobolli di servizio;
- su interi postali.
Ovviamente, però, a questo proposito si impone una
precisazione. Le possibilità di usi del genere sono trop-
po numerose per poter essere elencate nella loro com-
pletezza. Cosa, questa, che può dipendere da almeno
due differenti motivi. O perché i possibili usi (che
potremmo def inire “strani”) sono troppi, o perché le
combinazioni da considerare (ad esempio con tutti i
definitivi in corso) sono, anch’esse, troppo numerose.
Di conseguenza, ho dovuto introdurre alcuni limiti.
Esattamente:
- per quanto concerne gli usi singoli, quelli monocolo-
re (limitati, però, a un massimo di quattro pezzi) e quel-
li policolore (limitati, praticamente, solo ai bicolori),
ho segnalato soltanto le combinazioni che, almeno in
teoria, è possibile rintracciare sui documenti che si tro-
vano normalmente;
- per quanto concerne gli usi misti ho sempre segnala-
to, invece delle possibili combinazioni diverse, i fran-
cobolli o interi postali che erano in corso nel periodo
preso in esame.
Un’ultima considerazione. Personalmente sono contra-
rio a usare espressioni del tipo “raro”, “rarissimo”,
“introvabile”, “pezzo unico” e così via. E questo per un
motivo molto semplice. Di solito a qualifiche del gene-
re si tende sempre ad associare valori mercantili (prez-
zi di vendita) stratosferici (e, in qualche caso, vera-
mente assurdi).
Tali quotazioni, anche se in teoria potrebbero essere
giudicate valide, non sono mai da considerarsi tali per
un motivo molto semplice. Il valore di un pezzo non
dipende solo dalla sua rarità ma, soprattutto, è determi-
nato dal fatto che il mercato si interessi veramente a
Fig.3.
Lettera posta aerea
per l'Inghilterra
del 9 maggio 1947
con affrancatura
bicolore del 15 e 20 lire.
L'affrancatura si giustifica
nel modo seguente:
lettera primo porto
per l'estero lire 15
e soprattassa
posta aerea lire 20.
Fig.2.
Lettera raccomandata,
del 4 marzo 1947,
con affrancatura
monocolore formata
da sette pezzi
del due lire