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La faccenda iniziò a metà del 1919, con la notizia di
irregolarità contabili nella gestione della Missione. Fu
subito avviata una prima inchiesta che si concluse
senza risultati di rilievo; seguì allora una seconda
inchiesta, anche questa senza conclusioni definitive.
Alla terza inchiesta, iniziata nel gennaio del 1920, l’in-
caricato del Governo pretese le dimissioni del gen.
Segre prima di iniziare le indagini. Di fronte al rifiuto
di quest’ultimo, le indagini iniziarono ugualmente in
data 20.1.1920 ma contemporaneamente fu anche sta-
bilito un primo ridimensionamento dei compiti della
Missione. Dopo qualche tempo l’ispettore tornò in
Italia per riferire; le indagini ripresero pertanto nell’a-
prile successivo. Esse si conclusero in novembre con il
deferimento del gen. Seg re e di molti altri uff iciali,
verso i quali si procedette all’ar resto nel maggio del
1921. Tutti furono messi in libertà qualche tempo dopo,
in attesa del processo. Questo fu celebrato nel 1924 e si
concluse con una sentenza di assoluzione. In questo
frattempo il gen. Badoglio era stato nominato capo
della Missione militare italiana a Vienna, ma al
momento del suo insediamento questa era ormai inatti-
va. Infatti, l’attuazione delle clausole d’armistizio era
stata completata ed in conseguenza del trattato di pace
le truppe italiane avevano sgomberato il territorio
austriaco tra il 20 ed il 26 luglio del 1920.
Nel 1920 continuava tuttavia la sua attività a Vienna la
“Commissione Militare Interalleata di Controllo” nella
quale, naturalmente, operavano anche i delegati italia-
ni.
L’istituzione del collegamento aereo Padova
- Vienna - Praga
All’inizio del 1919, quando la Missione di Vienna ini-
zia la propria attività, i collegamenti ferroviari (e quin-
di anche quelli postali) tra l’Italia e l’Austria erano
quasi inesistenti ed in ogni caso, anche dopo il ripristi-
no (su base bisettimanale), richiedevano almeno due
Fig. 6 - Lettera spedita dalla
“Commissione Militare Italiana di
Controllo - C. Budejovice” (vedi bollo
in basso a destra) ed impostata, in
data 9.12.1919, presso l’ufficio P.M.
n. 151, localizzato ad Innsbruck. Il
nome che f igura al centro del bollo è
quello di una località (Ceske
Budejovice) che si trovava in Boemia.
In proposito bisogna tenere presente
che prima della definizione dei nuovi
confini le località della Boemia face-
vano parte della “Grande Austria” ed
era quindi del tutto normale che nel-
l’attività di controllo certe Com-
missioni dipendenti dalla Missione di
Vienna operassero in zone poi escluse
dai confini austriaci. Anche in questo
caso si deve presumere che per questa
Commissione fosse più agevole il col-
legamento via corriere con Innsbruck (P.M. n. 151) che non con Vienna. La censura risulta effettuata all’origine,
come si rileva dall’indicazione e dal timbro in basso a sinistra.
Fig. 7
Ve r so di una lettera spedita
da Trieste a Vienna in data 3.3.1919.
Come si può dedurre dall’etichetta di
tipo commerciale,
il mittente è di lingua tedesca.
Sulla fascetta di censura è applicato
il bollo (su tre righe): “Commissione
Censura Postale / Trieste / Uff icio
Corriere Speciale Vienna”.
Al recto della busta f igura
il normale bollo di censura
di Trieste.
 
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