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In ogni caso sui pochi pezzi finora esaminati (quattro !)
oltre ad uno dei due suddetti bolli vi è anche quello
consueto dell’uff icio di Trieste (quello lineare e quello
tondo del censore oppure solo uno dei due) (fig. 7).
La posta per via aerea e l’uso dell’etichetta
del collegamento Padova-Vienna-Praga
Ho già affrontato questo argomento in un articolo appar-
so nel lontano 1992 sul n. 2 della rivista “Il Fran-
cobollo”. Lo ripropongo ora con qualche convincimento
in più in quanto, in questo frattempo, ho avuto modo di
vedere altre lettere e cartoline che confermano la mia
ipotesi o, quantomeno, non la contraddicono. L’articolo
si basava sul ritrovamento di un certo numero di lettere
della medesima corrispondenza dalle quali, facendo
anche il confronto con gli oggetti sui quali f igura appli-
cata l’apposita etichetta del collegamento aereo, era pos-
sibile trarre una serie di considerazioni, e cioè:
a) ai f ini dell’inoltro per via aerea non era prescritto l’uso
dell’etichetta
b) la presenza dell’etichetta non convalida che il traspor-
to sia avvenuto per via aerea
c) la corrispondenza trasportata per via aerea aveva punti
di arrivo diversi (non solo Padova)
Ma andiamo con ordine.
Cominciamo col dire che in via ufficiale il collegamento
era riservato al trasporto della sola corrispondenza di ser-
vizio; risulta tuttavia che furono fatte varie eccezioni
anche per l’invio di posta privata dei componenti della
Missione.
Già nel primo volo, da Padova a Vienna, gli apparecchi
trasportarono lettere e messaggi diretti alla nostra
Missione ed al Governo della nuova repubblica ceco-slo-
vacca; subito dopo cominciò il servizio postale aereo.
A distanza di circa un mese e mezzo dall’inizio del ser-
vizio e quasi in concomitanza con l’arrivo a Vienna della
seconda squadriglia di aeroplani, fu deciso di stampare
una etichetta di tipo allegorico che rappresenta un aereo
in volo su Vienna e contiene le diciture “R. Esercito
Italiano - Comando Supremo / Missione di Vienna /
Collegamento aereo Padova-Vienna-Praga”. La stampa
fu eseguita, a colori, dalla tipograf ia viennese
Gesellschaft für Graphische Industrie. Secondo il
Sorgoni (Cfr. “Catalogo storico e descrittivo della posta
aerea italiana” Ed. Ghiglione - Genova, 1958) l’emis-
sione avvenne in data 24.4.1919.
Lo scopo di questa etichetta non è chiaro; in ogni caso è
ormai appurato che essa non serviva per ottenere il dirit-
to all’inoltro per via aerea. Lo si deduce dal fatto che la
quasi totalità delle lettere e cartoline (tutte di origine pri-
vata) sulle quali essa figura risulta annullata con il bollo
dell’ufficio di posta militare n. 124 il quale, è ormai chia-
ro, si trovava a Trento e non a Vienna come per molto
tempo i maggiori collezionisti di posta aerea avevano
creduto (fig. 8). Era infatti a Trento che il corriere prove-
niente in treno da Vienna aveva il suo punto di arrivo in
Italia; qui egli consegnava il proprio dispaccio, normal-
mente all’uff icio posta militare n. 124 e, occasionalmen-
te, a quello civile. Se a tutto ciò si aggiunge la conside-
razione che un aereo proveniente da Vienna non aveva
alcun motivo di seguire la rotta di Trento (che comporta-
va un prolungamento della trasvolata delle montagne
anziché la più comoda e sicura rotta che porta ad Udine
o a Trieste e da qui a Padova) si arriva alla conclusione
che tutte le corrispondenze con l’etichetta che presenta-
no il bollo dell’ufficio P.M. n. 124 sono arrivate a Trento
in ferrovia. Alla stessa conclusione arriva anche l’amico
F. Longhi (attualmente il maggior esperto di posta aerea
italiana) nel suo catalogo “Aerofilatelia Italiana” – Ed. F.
Zanetti, 1998. Per deduzione, quanto sopra mi consente
anche un’altra conclusione: poiché il corriere arrivava a
Trento (seguendo la linea ferroviaria del Brennero), si
deve allora ritenere che la corrispondenza della Missione
di Vienna sulla quale figura il bollo di un ufficio di posta
militare (o civile) diverso da quello di Trento ed ubicato
Fig. 14 - 18.9.1920
Lettera raccomandata
spedita da Graz da un
delegato italiano della
“Commissione Militare
Interalleata di
Controllo / nella
Repubblica d’Austria”
(vedi intestazione a
stampa sulla busta).
Per l’invio della
corrispondenza
i delegati italiani
si appoggiavano
alla posta civile.
 
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